Moz, consulting company d’oltreoceano specializzata in SEO, studia i fattori di Ranking nei motori di ricerca e, dal 2009 (con cadenza biennale), è immersa in un progetto di statistica che coinvolge tra i più brillanti specialisti SEO da tutto il mondo al fine di comprendere al meglio il funzionamento degli algoritmi di ricerca: gli esperti intervistati hanno basato i loro studi su ben oltre 90 fattori di ricerca!
Il team di Moz, guidato dal dr. Matthew Peters, ha seguito un’estesa serie di correlazioni per determinare quali feature e pagine web hanno come risultante un alto ranking nelle ricerche.
Per l’occasione Moz si è avvalsa della collaborazione di SimilarWeb, DomainTools e Ahrefs.
Ovviamente non tutti i criteri analizzati influiscono in misura eguale sugli algoritmi di ricerca di Google, per cui ogni caratteristica – qui riassunto in 9 diverse macrocategorie – presa in considerazione è distribuita su una scala di valutazione che va da 1 (non influente) a 10 (altamente influente).
Tra i criteri analizzati figurano:
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Domain-Level, Keyword-Agnostic Features: Lunghezza nome dominio, estensione TLD, certificato SSL, etc.
- Domain-Level, Link Authority Features: Basato su metriche citazioni/link come la quantità di link, trust, domain-level, PageRank, etc.
- Domain-Level Keyword Usage: Corrispondenza esatta e parziale tra domini di keywords, etc.
- Domain-Level Brand Metrics: L’utilizzo offline di brand/domini, menzioni del brand/dominio in news/media/stampa, barra degli strumenti/dati del browser sull’utilizzo del sito, associazione entità, etc.
- Page-Level Social Metrics: Quantità/qualità dei link twittati, condivisi (via Facebook/Google+ etc.) alla pagina.
- Page-Level Link Metrics: PageRank, metriche Trust, quantità di domini root collegati, link, distribuzione anchor, qualità/spammosità delle fonti linkate, etc.
- Page-Level Keyword & Content-Based Metrics: Punteggio rilevanza contenuti, ottimizzazione on-page delle keyword usate, scoring algoritmo topic-modeling sui contenuti, quantità/qualità/rilevanza contenuti, etc.
- User Usage & Traffic/Query: Metriche di coinvolgimento SERP, dati clickstream, traffico visitatori/utilizzo di segnali, quantità/diversità/CTR delle query, sia a livello di dominio che di pagina.
- Page-Level, Keyword-Agnostic Features: Lunghezza contenuti, leggibilità, Open Graph markup, unicità, velocità caricamento, struttura markup dei dati, HTTPS, etc.
In seguito a tale studio, oltre quindi a chiedere cosa determina il corretto utilizzo dell’algoritmo di Google oggi, è stato chiesto al team di ricercatori di fare una previsione sul futuro SEO e i cambiamenti che ne scaturiranno da qui ai prossimi 12 mesi.
Ne risulta che gran parte dei fattori che ad influire l’esperienza di navigazione sarà l’utenza stessa, con particolare inclinazione a: mobile-friendliness, valore percepito e leggibilità.
Per quanto concerne i segnali di ranking tradizionali (ossia quelli che gravitano attorno a link e strutture URL) rimarranno stazionari.
A subire un calo alquanto importante, al contrario delle prospettive di partenza, saranno i link a pagamento e gli anchor text.
Stando alle previsioni, l’algoritmo di ricerca di Google, e di conseguenza l’attività SEO, stanno spostando il proprio fulcro progressivamente sull’esperienza di navigazione dell’utente, premiando di fatto contenuti univoci e soprattutto di qualità.
È davvero giunta l’ora di una battuta d’arresto per i link a pagamento?